Il fascino storico e urbanistico dell’Aquila è dovuto al fatto che può essere considerata Città Nuova, in quanto sorse in una zona priva di insediamenti precedenti, seppur circondata da numerosi villaggi e castelli che ne promuovettero la fondazione. Dopo una prima distruzione, avvenuta ad opera di Manfredi di Sicilia nel 1259, città venne suddivisa in locali che vennero donati ai castelli che contribuirono alla fondazione, proporzionalmente ai loro abitanti originari a copia della pianta di Gerusalemme, come, riscopre lo storico Crispomonti.
Per facilitare l’opera di fondazione, L’Aquila venne quindi suddivisa in quattro parti, due riconducibili al circondario occidentale della città (la zona dell’antica Amiternum) e i restanti due al circondario orientale (la zona dell’antica Forcona). La divisione storica del territorio aquilano in due parti è testimoniata anche dalle differenze linguistiche: nell’amiternino si parla il dialetto sabino mentre nel forconese il dialetto meridionale.
La particolarità dei Quarti dell’Aquila è quella di non limitare la suddivisione alla città intra moenia, ma di estenderla a tutto il contado circostante, il che accentuò e radicalizzò tra gli abitanti della nuova città il senso di appartenenza al vecchio castello di provenienza. Vennero inoltre localizzate le Chiese Capoquarto, cioè le chiese collegiate dei locali più importanti[4], ciascuna collegata ad un particolare castello: la Chiesa di San Pietro per il castello di Coppito[5], quella di Santa Maria per Paganica, quella di San Giovanni (oggi San Marciano) per Lucoli e quella di San Giorgio (oggi Santa Giusta) per Bazzano.
All’interno dello spazio urbano ogni comunità realizzò uno spazio simbolico collegato al vecchio castello di provenienza, generalmente una chiesa, consacrata allo stesso santo del castello, una piazza e una fontana. Rimase esclusa da questa lottizzazione l’area di Piazza Duomo(o del Mercato), lo spazio pubblico per eccellenza, la piazza su cui ancora oggi non affaccia nessun palazzo nobiliare così che nessun conte possa mai dominare sullo spazio comune dei cittadini.
Ogni Quarto venne caratterizzato da una sua bandiera e da uno stemma in scudetto sannitico ancora oggi visibile nel gonfalone cittadino insieme allo stemma civico. Più tardi, nel 1320, analogamente a quanto avvenne nei quartieri storici di Firenze, ad ogni Quarto venne associato anche un colore: azzurro per San Pietro, argento per Santa Maria, verde per San Giorgio ed oro per San Giovanni.